Liberali e democratici alle origini del movimento operaio italiano : i congressi delle società operaie italiane (1853-1893)
Edizioni Panta Rei - Milano
2006
336 p.
biography ; history ; socialism ; trade union
Trade unionism
Italian
Bibliogr.;Ill.;Index
88-86591-10-1
13.06.3-50958
"Marx ed Engels parlarono nel Manifesto dei comunisti di un "socialismo reazionario", "feudale" o "piccolo-borghese", di un "socialismo conservatore" o "borghese". Lenin, ancor prima della prima carneficina imperjalistca mondiale, definì il concetto di "partito operaio-borghese". La chiarezza analitica dei maestri del comunismo risalta proprio sin dalla terminologia. Nella storiografia del movimento operaio certi termini hanno finito con l'assumere invece un significato vago o onnicomprensivo. La nozione corrente, quasi luogo comune, di "Dizionario biografico del movimento operaio" consente di annoverare un Antonio Labriola a fianco di Arturo, un Bissolati prima di un Bordiga. D'altronde, un lavoro che analizzasse la storia del movimento operaio solo attraverso le sue componenti puramente "comuniste" o "proletarie" - anche se non solamente nell'accezione ristretta di origine sociale, avrebbe in fin dei conti poco da studiare. Per una figura di "borghese" alla Engels che abbraccia la causa della classe operaia, divenendone uno dei più autorevoli maestri, si avrebbero comunque sempre cento Legien che, pur operai per molta parte detla loro vita, la caratterizzarono consacrandola tuttavia alla difesa dello Stato borghese.
Per cogliere la dinamica, il movimento, il travaglio che porta .all'emergere di una classe che agisce per sé occorre analizzare sempre tutta la storia di questa classe stessa: anche quando si manifesta solamente in sé rimanendo preda delle più svariate ideologie borghesi. Sempre dai suoi albori sino ad oggi, il movimento operaio ha vissuto la perenne lotta per affrancarsi dall'influenza borghese nel suo seno e conquistarsi quindi una autonomia di classe. Un'autonomia teorica, politica ed organizzativa necessaria, combattendo l'idea, anch'essa quasi luogo comune, di un unico albero dalle molte fronde, tutte legittime. Di una casa comune dove sia possibile la convivenza dell'internazionalista con lo sciovinista o del rivoluzionario con il riformista. "
Paper
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