Sociologia del Jobs Act
Elia, Marco ; Pugliese, Enrico
2017
51
1
January - April
99-131
labour market reform ; labour market ; CGIL ; government policy
Labour market
http://dx.doi.org/10.7384/87126
Italian
Bibliogr.;Statistics
"Il "Jobs Act" nasce con grandi ambizioni: aumentare l'occupazione, in particolare quella giovanile, riducendo al contempo la precarietà e garantendo la stabilizzazione degli occupati meno tutelati. Le teorie e i valori che hanno guidato la riforma sono gli stessi che dominano a livello istituzionale sia in Italia che nell'UE: in particolare la convinzione che la disoccupazione e i problemi ad essa collegati possano essere risolti essenzialmente modificando la normativa di regolazione dei rapporti di lavoro e riducendo le tutele per i cosiddetti insiders. L'articolo analizza come il governo italiano abbia presentato la riforma e il ruolo della comunicazione politica (con il suo stile aggressivo) cercando di individuare i motivi alla base della bizzarra scelta di un nome inglese per il provvedimento. Al proposito viene condotta un'analisi comparativa della riforma con il "Jobs Act americano" mostrando l'estrema differenza tra i due per contenuti e orientamento. Vengono poi presentati i risultati in termini occupazionali della riforma discutendo i motivi alla base dell'incremento occupazionale, la questione della qualità dell'occupazione (con la crescita di nuove forme di lavoro precario) e la paradossale concentrazione della nuova occupazione tra le classi d'età più anziane. Infine l'articolo sostiene che la riforma e lo stile di comunicazione politica sono espressione di un modello centralistico di regolazione: un modello che ha condotto a ignorare il ruolo e le istanze dei sindacati e degli altri soggetti interessati dalla riforma."
Paper
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