"Da un decennio circa si è venuta precisando e affermando nel movimento sindacale italiano quella originale linea di difesa della salute e dell'integrità psicofisica del lavoratore, che si fonda sulla conoscenza e sul controllo dell'ambiente di lavoro e persegue l'elimittazione dei tanti fattori di nocività' · derivanti da un'organizzazione del lavoro e da processi produttivi impostati esclusivamente sulla logica del profitto. Non si considera più l'ambiente di lavoro come un dato di assoluta pèrtinenza della direzione aziendale, nei cui confronti i lavoratori potrebbero tutt'al più rivendicare compensazioni salariati, cioè la « monetizzazione » di nocività, rischi o danni. « La salute non si vende » ! Compete quindi ai lavoratori interessati, al gruppo omogeneo che accumula un'esperienza collettiva nel dato ambiente di lavoro, indagarne e interpretarne gli effetti, reperire le cause di nocività1 imporre le trasformazioni in grado di eliminarle. ..."

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