Le riforme italiane e francesi del mercato del lavoro: una via indiretta per il depotenziamento della contrattazione sindacale?
Quaderni Rassegna Sindacale - Lavori
2019
20
4
October - December
11-31
labour market reform ; deregulation ; labour legislation ; collective bargaining ; trade union attitude ; labour relations
Labour market
Italian
Bibliogr.
"Negli ultimi anni le riforme del mercato del lavoro in Francia e in Italia hanno contribuito all'ulteriore deregolamentazione della legislazione lavorista. Se in Italia queste hanno riguardato principalmente i temi della regolazione contrattuale e del funzionamento del mercato del lavoro, nel caso francese hanno riguardato più espressamente anche la contrattazione collettiva e il sistema delle relazioni industriali a livello aziendale. Sia l'ultima riforma promossa dal governo Renzi (il Jobs Act), sia quella promossa da Macron (Loi Travail 2), si sono mosse entrambe sulla scia di precedenti provvedimenti, più o meno in continuità rispetto ai contenuti, ma anche nel quadro di un confronto sindacale più conflittuale e condizionato da una crescente propensione alla disintermediazione da parte dei governi. Anche se i due paesi presentano caratteristiche differenti relativamente al loro mercato del lavoro (anche in ragione della loro economia) e al loro modello di rappresentanza sindacale (diverso peso dei contratti nazionali, tassi di sindacalizzazione, organismi di rappresentanza interni alle aziende, ecc.), le due riforme potrebbero in prospettiva favorire ulteriormente la de-sindacalizzazione, in particolari degli occupati più giovani. L'ipotesi contenuta in quest'articolo è in altri termini quella che l'ulteriore processo di precarizzazione contrattuale nel rapporto di lavoro e la riduzione delle tutele contro i licenziamenti, tanto nella riforma italiana quanto in quella francese, possa condurre nel medio-lungo periodo ad un indebolimento crescente dell'efficacia e della copertura della contrattazione collettiva, a partire dall'enorme incidenza dei contratti a termine nelle assunzioni e dall'introduzione di formule negoziali dirette tra lavoratori e aziende.
In recent years, labor market reforms in France and Italy have contributed to the further deregulation of labor legislation. If in Italy these mainly concerned the issues of contractual regulation and the functioning of the labor market, in the French case they more specifically concerned collective bargaining and the system of industrial relations at the company level. Both the latest reform promoted by the Renzi government (the Jobs Act) and the one promoted by Macron (Loi Travail 2) both moved in the wake of previous measures, more or less in continuity about the contents, but also in the context of a more conflictual union confrontation conditioned by a growing propensity to disintermediation by governments. Even if the two countries have different characteristics with regard to their labour market (also due to their economy) and their model of union representation (different weight of national contracts, unionization rates, representation model's in the companies, etc.), the two reforms could in prospect favor further de-unionization, in particular of the young workers. In other words, the hypothesis contained in this article is that the further process of contractual precariousness in the employment relationship and the reduction of the protections against dismissals, both in the Italian and French reforms, can be conducted in the medium-long term to a growing weakening of the effectiveness and coverage of collective bargaining, starting from the enormous incidence of fixedterm contracts in hiring and the introduction of direct negotiation formulas between workers and firms."
Paper
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