Documents Swedish model 55 results

"On 15 November 2024, the deadline for the implementation of the European Union (EU) Directive on Adequate Minimum Wages (hereinafter the Directive) passed. While most of the EU Member States have missed it (ETUC, 2024), a group of countries has instead opted for what the European Trade Union Institute senior researcher Torsten Müller defines as a “minimalistic” transposition (Staunton, 2024). Sweden is among them. The governmental inquiry issued in 2023 states that the Swedish system already meets the Directive's requirements (Gunnarsson, 2023). No implementing measures are therefore needed — besides an extension of the tasks assigned to the National Mediation Office in collecting data on wage levels and collective agreement coverage that, following Art. 10 of the Directive, need to be reported to the European Commission every second year."

"Uno degli elementi di base del modello svedese è costituito da una forte tradizione contrattuale e dal ruolo di primo piano svolto dalle parti sociali all'interno dei meccanismi di regolamentazione del mercato del lavoro, delle condizioni lavorative e della determinazione dei salari. La natura bipartita e contrattuale della disciplina del mercato del lavoro, unitamente a elevati tassi di sindacalizzazione e copertura della contrattazione collettiva, crea un ambiente istituzionale favorevole al raggiungimento di compromessi negoziati volti a bilanciare flessibilità e stabilità lavorativa nel mercato del lavoro. La Svezia rappresenta pertanto un buon esempio di regime di flexicurity basato sulla flessibilità negoziata, il che spiega in larga misura perché la Svezia continui a essere un Paese caratterizzato da condizioni di lavoro dignitose, una struttura salariale compressa, ridotte disparità di reddito e un'estesa giustizia sociale. La struttura salariale compressa con minimi salariali relativamente elevati ha inoltre impedito nel Paese lo sviluppo di occupazioni a bassa retribuzione/poco qualificate; ha invece promosso politiche a supporto dell'aggiornamento delle competenze. In pratica, la tendenza alla polarizzazione del lavoro e delle classi sociali in Svezia è stata limitata dai seguenti fattori: gli ingenti investimenti in ricerca e sviluppo e il concomitante aumento della domanda di personale altamente qualificato; lo sviluppo di un sistema efficace di formazione e apprendimento permanente; l'espansione dell'istruzione secondaria e terziaria negli ultimi tre decenni; e un maggiore bilanciamento del potere contrattuale tra le parti sociali. In tale contesto, i Consigli per la garanzia del posto di lavoro ("Trygghetsråd") e i Contratti collettivi per la ricollocazione ("Omställningsavtal") hanno svolto un ruolo fondamentale nel mitigare le gravi ripercussioni dei cambiamenti strutturali e della recessione economica, limitando in particolare lo sviluppo della disoccupazione di lungo periodo e dell'esclusione sociale."

"Climate policies are challenged around the world, a development coinciding with the backlash of globalisation. The emergence of the modern welfare state, however, indicates that similar tensions may give rise to transformative change, if coinciding interests for change develop. This article explores the case of Sweden, critical due to its longstanding role as an environmental frontrunner, now experiencing climate policy rollback. Based on 31 in-depth interviews, we analyse perceptions on a just transformation among business, trade union and civil society actors. The analysis reveals new and coinciding interests, driven by desire to restore climate leadership, and includes financial reform, more active state interventions and new policy tools to ensure public legitimacy. Views diverge on the depth of a just transformation, and power relations are different compared to the emergence of the welfare state. Nevertheless, a green Swedish model can be discerned, forging enhanced climate mitigation and renewed welfare state arrangements."

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"Fears of a ‘race to the bottom' in labour standards may have been overstated. Nevertheless, using Sweden as a case study, it is argued that the diminished capacity of trade unions to defend labour standards following the Laval judgement of the European Court of Justice, together with a decline in trade union density, a limited remit of enforcement authorities and recent changes to the Swedish labour migration regime, may have detrimental impacts on labour standards, particularly in low-skill low-wage occupations. In combination, these developments are creating new spaces for migrant precariousness within the context of a formerly well-regulated Swedish labour market model. "