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Documents Pepe, Adolfo 10 results

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V

Quaderni Rassegna Sindacale - Lavori - vol. 16 n° 3 -

"Il saggio ricostruisce i caratteri e la trasformazione del modello organizzativo della Cgil a partire dalle sue origini passando attraverso lo spartiacque degli anni cinquanta in cui si dà avvio alla costruzione del «sindacato moderno». In particolare, l'Autore, all'interno di una comparazione più ampia con i modelli europei, si sofferma sulla centralità che nell'Italia del dopoguerra ha rivestito il sindacalismo industriale. "

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Economia e Lavoro - vol. 48 n° 1 -

"Il saggio, che per gli anni 1946-48 si avvale di documenti inediti, ricostruisce le tappe fondamentali del percorso politico-sindacale di Boni. Il modo di interpretare l'azione sindacale si ricollega al suo antifascismo, che visse appieno nella Resistenza. Il riformismo da lui praticato, attento al quadro internazionale, rifiutava i dogmi ideologici e la dipendenza del sindacato dai partiti, anche dal PSI. Non rifuggi da una dialettica a tratti aspra con i comunisti, ma rifiuto il sindacato socialista che, per lui, avrebbe indebolito la prospettiva dell'unità sindacale con CISL e UIL. Lavoro a stretto contatto con Di Vittorio, Lizzadri, Santi, Brodolini, Trentin, De Martino e Lama, il sindacalista comunista a lui piu affine nel modo di interpretare le vertenze sindacali e le lotte sociali. Studio, con passione e rigore, la storia della FIOM e la rifondazione della CGIL. L'impegno come docente universitario e presidente della Fondazione Giacomo Brodolini testimonia che la sua volontà di costruire mai venne meno e che Boni, cosciente dei profondi cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro, lotto fino alla fine per i valori in cui aveva creduto fin dalla Resistenza: libertà, autonomia e unità."
"Il saggio, che per gli anni 1946-48 si avvale di documenti inediti, ricostruisce le tappe fondamentali del percorso politico-sindacale di Boni. Il modo di interpretare l'azione sindacale si ricollega al suo antifascismo, che visse appieno nella Resistenza. Il riformismo da lui praticato, attento al quadro internazionale, rifiutava i dogmi ideologici e la dipendenza del sindacato dai partiti, anche dal PSI. Non rifuggi da una dialettica a tratti ...

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Economia e Lavoro - vol. 48 n° 1 -

"A cinque anni dalla morte, Piero Boni viene ricordato per il suo impegno nella Resistenza, nel Partito socialista italiano nel secondo dopoguerra, e per le battaglie condotte quale dirigente della CGIL."

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Economia e Lavoro - vol. 48 n° 1 -

"Piero Boni ha guidato la CGIL negli anni difficili della storia repubblicana, fino al 1977, cercando una mediazione tra confederalismo e federalismo delle organizzazioni sindacali, e perseguendo una via all'innovazione del sindacato atta a raccogliere le sfide del capitalismo occidentale, che fosse di stampo tutto italiano. Ha cercato l'autonomia dell'organizzazione sindacale dal partito politico di riferimento pur nella consapevolezza del divario sempre maggiore tra rappresentanza politica del lavoro e rappresentanza politica del partito. Il presente contributo evidenzia come oggi, momento nel quale si parla di trasformazione delle organizzazioni sindacali così come strutturate, il pensiero e l'opera di Piero Boni siano tanto più importanti per una seria riflessione sul ruolo del sindacato nel terzo millennio."
"Piero Boni ha guidato la CGIL negli anni difficili della storia repubblicana, fino al 1977, cercando una mediazione tra confederalismo e federalismo delle organizzazioni sindacali, e perseguendo una via all'innovazione del sindacato atta a raccogliere le sfide del capitalismo occidentale, che fosse di stampo tutto italiano. Ha cercato l'autonomia dell'organizzazione sindacale dal partito politico di riferimento pur nella consapevolezza del ...

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13.06.3-62779

Roma

"La Fondazione Claudio Sabattini, sorta per iniziativa della FIOM nazionale e della Camera del lavoro di Bologna, intende valorizzare la figura del sindacalista bolognese, scomparso il 3 settembre 2003. A tal fine ha avviato il censimento e la raccolta in un archivio dei materiali che ne documentano l'intensa attività. La Fondazione promuove anche seminari e dibattiti, indagini e ricerche per portare un contributo di conoscenza e consapevolezza critica nello spirito che fu di Sabattini, per il quale lo sforzo di comprensione della realtà e l'azione per mutarla non andavano mai disgiunti. Questo volume è un esempio di tale modo di intendere la ricerca. Ricostruisce un periodo importante nella storia della città e del lavoro, restituisce a Bologna la rilevanza di un'esperienza sinora oscurata dalla prevalente attenzione per il conflitto di fabbrica nel triangolo industriale. Si rivela un quadro in cui la saldatura delle lotte in fabbrica e nel territorio diviene un modo di elevare la condizione operaia e salariata a metro di misura dei rapporti sociali e politici. Come mai prima di allora e come mai più dopo, in quella fase si pone la questione del nesso lavoro/democrazia non in termini formali, ma entro un dinamico processo di democratizzazione permanente. Ciò che può rappresentare un utile e importante elemento di riflessione per i giorni nostri. "
"La Fondazione Claudio Sabattini, sorta per iniziativa della FIOM nazionale e della Camera del lavoro di Bologna, intende valorizzare la figura del sindacalista bolognese, scomparso il 3 settembre 2003. A tal fine ha avviato il censimento e la raccolta in un archivio dei materiali che ne documentano l'intensa attività. La Fondazione promuove anche seminari e dibattiti, indagini e ricerche per portare un contributo di conoscenza e consapevolezza ...

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Economia e Lavoro - vol. 51 n° 3 -

"La riflessione sull'autunno caldo, e in generale sul 1969, oggi può giovarsi sia delle analisi a esso coeve di sociologi, economisti, giuristi, sia di alcuni studi più recenti che hanno provato a storicizzare questo periodo. Il riferimento a questa nuova e fertile stagione di studi sull'Italia repubblicana - vista e letta dal punto di vista delle trasformazioni del lavoro e delle relazioni sindacali - si rivela particolarmente utile perché, inserendo all'interno di una prospettiva storica più ampia la vicenda del 1969 e dell'autunno caldo, pone una domanda sul perché l'insieme di fenomeni economico-sociali e politico-istituzionali nel 1969 impatta sul sindacato. La risposta a questo quesito appare a prima vista banale, quasi un dato già acquisito dalla letteratura giuridica, sociologica ed economica, ma se lo si considera da un punto di vista storico, esso acquista ben altro significato. Infatti, in controluce è la verifica dei caratteri della storia dell'Italia repubblicana, di cui il '69 diventa un tornante nel duplice senso che esso rappresenta il perno di un periodo lungo e omogeneo - che comincia nel 1967-1968 e finisce nel 1972-1973 - e si inserisce all'interno di un ciclo che non ha precedenti nella storia dell'Italia unita."
"La riflessione sull'autunno caldo, e in generale sul 1969, oggi può giovarsi sia delle analisi a esso coeve di sociologi, economisti, giuristi, sia di alcuni studi più recenti che hanno provato a storicizzare questo periodo. Il riferimento a questa nuova e fertile stagione di studi sull'Italia repubblicana - vista e letta dal punto di vista delle trasformazioni del lavoro e delle relazioni sindacali - si rivela particolarmente utile perché, ...

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